Ci sono numerosi motivi per cui si dice che la cultura scientifica è importante; di solito, tra quelli che compaiono agghindati di tutto punto, in uniforme e con un placet stampato sopra, sono onnipresenti i tre che seguono:
1. tutti devono sapere un po’ di scienza perché nella nostra società i cittadini sono sempre più spesso chiamati a compiere scelte individuali o collettive connesse a questioni scientifiche: OGM sì, OGM no? Clonazione terapeutica? E che dire dei cambiamenti climatici? Meglio la carne bianca o meglio il pesce rosso (magari non quello dell’acquario del figlio del vicino, ecco)? Perché non riesco a decidermi a smettere di fumare (io l’ho fatto, è stato faticoso ma l’ho fatto)? E’ giusto spendere tutti quei soldi per un enorme apparecchio destinato a scovare delle particelle che a occhio nudo manco si vedono?
2. dal punto di vista dei politici e dei policy makers (quei soggetti che prendono decisioni le cui ricadute sono importanti per i cittadini), una cittadinanza informata dal punto di vista scientifico è meno soggetta a cadere vittima di imbrogli, truffe e raggiri; una persona competente dal punto di vista scientifico è meno probabile che si affidi a un sedicente chiromante per compiere scelte fondamentali per la propria o l’altrui determinazione, così come un’infarinatura di teoria delle probabilità può aiutare molto nella prevenzione della dipendenza dal gioco d’azzardo (anche se quest’ultimo aspetto è particolarmente complesso, dal momento che almeno in Italia, ma non solo, gran parte del gioco d’azzardo contribuisce a rimpinguare le tasche dello Stato).
3. l’apprendimento del metodo scientifico ha ricadute fondamentali sulla formazione dei giovani: studenti che oggi imparano a padroneggiare i meccanismi dell’ipotesi, della tesi, delle verifiche sperimentali e via discorrendo domani saranno in grado di diventare cittadini consapevoli e abili a destreggiarsi tra le innumerevoli variabili di un mondo che cambia sempre più velocemente. Se sentite parlare di STEM, è perché ci si sta muovendo in questo ambito.
Ecco, benissimo. La lista può continuare non dico all’infinito ma sicuramente piuttosto a lungo.
Ma la mia risposta è piuttosto diversa. Perché spendiamo soldi per andare a teatro? Perché ci sono persone che, come nel caso della mostra di Edward Hopper al Grand Palais di Parigi a inizio 2013, hanno fatto ore e ore di coda, anche durante la notte, per andare a vedere dei quadri? E perché mai, aiutatemi a svelare questo mistero, compriamo/scarichiamo (legalmente o quasi) musica/film/libri? Be’, perché ci piace; perché è divertente, commovente, emozionante, coinvolgente eccetera. E’ qualcosa che possiamo condividere con le persone care, con gli amici, con i fidanzati e le fidanzate, con mariti, mogli, amanti…
Per me funziona allo stesso modo nel caso della cultura scientifica; per me è bello ed emozionante guardare un tramonto insieme al mio fidanzato godendomi tutto il ventaglio di colori di cui si tingono il cielo e le nuvole e sapendo che tutto questo trambusto è causato dal modo in cui i raggi del sole colpiscono le particelle dell’atmosfera. Non soltanto questa informazione non toglie nulla della poesia del momento, anzi: aggiunge poesia a poesia, la rinforza, la completa. E sono in eccellente compagnia.
Quindi: la cultura scientifica non è “importante”, ma è divertente e istruttiva e appassionante. Perché in fondo in fondo, quando eravamo bambini, non c’era niente che ci spaventasse dei misteri della natura ed eravamo pieni di domande senza temere la possibile difficoltà delle risposte.