🎄Ormai siamo quasi agli sgoccioli del #calendariodellavvento a tema neuroscienze: oggi è il giorno 20, e come ogni calendario dell’avvento che si rispetti l’ultimo post è previsto per venerdì 24 dicembre, anche perché poi per qualche giorno almeno saremo tutti impegnati a rimpinzare pance e… cervelli!
🛌 Durante le vacanze, molti di noi – io per prima! – ne approfitteranno per recuperare un po’ di sonno. Ma la domanda da porsi è: è davvero possibile recuperare il sonno perduto?
🎧 La risposta non è semplice, ma si può riassumere con un sibillino “sì e no”. Come ho cercato di spiegare nel corso dell’intervista per lo splendido podcast di Sofia che si chiama Lettori(S)bloccati, qualche giorno fa, le ore di sonno di una notte “tipo” è un cocktail di diversi elementi (le cosiddette fasi del sonno) che si alternano seguendo schemi abbastanza precisi.
🌃 Se una sera andiamo a letto più tardi del solito, per esempio, rischiamo di non vivere la prima di queste fasi e, così facendo, di compromettere una delle tante funzioni fondamentali del sonno – fra tutte, come scrivo nella grafica del post, quella responsabile del consolidamento dei ricordi.
☃️ Per approfondire, potete ascoltare l’episodio del podcast e poi, se non vi basta, c’è sempre il mio libro L’impossibile mappa del cervello, disponibile in libreria e a questo link – libro, ve lo dico, talmente appassionante che non lo dovete leggere la sera, altrimenti rischiate di non andare a letto all’ora giusta 😉