Come suonare sinceri

Con tutte le volte che l’abbiamo vista in film e serie TV, la macchina della verità è un oggetto che appartiene ormai al nostro immaginario. Lasciando da parte questioni filosofiche pur fondamentali, come per esempio “Cosa è la verità?”, sapere con certezza se un soggetto sta mentendo è di importanza ovvia in una pletora di campi diversi, ed è sicuramente preferibile al mezzo più diffuso nei tribunali fino all’inizio dell’Ottocento – la tortura.

Questo strumento usato per identificare i bugiardi, tuttavia, è in realtà ben poco più affidabile del lancio di una monetina (leggi: tirare a indovinare). Il poligrafo, infatti, registra una serie di dati come pulsazioni cardiache, pressione sanguigna, tensione muscolare e respirazione che possono essere facilmente manipolabili da soggetti malintenzionati. Questi dati sono anche, più banalmente, naturalmente alterati in chi – pur essendo in perfetta buona fede – è particolarmente ansioso o impressionabile: chi tra voi, sottoposto a un interrogatorio incalzante, si agiterebbe un po’ (o tanto) e comincerebbe ad avere il cuore che gli o le batte forte, il respiro accelerato o la voce rotta?

Ecco: la voce. Nella voce potrebbe nascondersi il segreto dell’onestà e della credibilità. O meglio, nella prosodia: la melodia di una frase o di una parola, l’altezza del tono con cui è pronunciata, la rapidità e l’intensità.

Come descritto in questo comunicato stampa del CNRS, alcuni ricercatori francesi hanno recentemente pubblicato su Nature Communications i risultati di una serie di esperimenti volti a comprendere come riusciamo a suonare sinceri, vale a dire come, a partire dalla voce di un interlocutore, decidiamo se costui o costei è onesto e certo della veridicità delle proprie affermazioni. Esiste infatti una vera e propria firma sonora che si accompagna, nelle nostre orecchie, al valore di verità o di certezza che attribuiamo a una frase pronunciata ad alta voce ed è difficilmente falsificabile. ✅

SapEvatelo
👉Se volete suonare sinceri, dovete parlare rapidamente, salendo di intensità a metà di una parola e abbassandola alla fine. Questa firma prosodica trasmette agli altri un senso di sicurezza e onestà, indipendentemente dalla lingua utilizzata. Facile a dirsi, un po’ più difficile a farsi – se non si è perfettamente sinceri, ovviamente 😉

Immagine di Annie Spratt su Unsplash