Passò alla storia come la donna più bella del suo tempo e fu una delle prime attrici a mostrarsi nude in un film, ma per quanto i suoi contributi alla tecnologia delle trasmissioni radio abbiano avuto molte più ripercussioni dei suoi ruoli al fianco di nomi leggendari come Clark Gable e James Stewart, per tutta la vita Hedy Lamarr dovette scontrarsi con l’idea che una donna dovesse limitarsi, con le sue parole, a “restare immobile e recitare la parte dell’oca”.
Nata e cresciuta in Austria negli anni dieci del Novecento, Hedwig Eva Maria Kiesler a poco più di venticinque anni fuggì a Hollywood, dove l’incontro con il fondatore della MGM, Louis B. Meyer, le fece cambiare nome in Hedy Lamarr e la proiettò nel firmamento delle stelle del cinema per i successivi venticinque anni.
In questa sua nuova vita dorata, tuttavia, due cose la preoccupavano: il rischio che la sua amata patria adottiva, gli Stati Uniti, potesse entrare in guerra e combattere contro i nazisti, e il fatto di avere un seno troppo piccolo. Questi due problemi di portata ben diversa, apparentemente del tutto slegati tra loro, avrebbero invece influenzato la sua vita (e la storia della tecnologia) per mezzo di una sola persona, il controverso musicista d’avanguardia George Antheil.
Un conoscente comune, sapendo che Antheil si dilettava di endocrinologia, nel 1941 lo presentò a Hedy durante uno dei tanti party a cui partecipava nel suo ruolo di diva del cinema; nel corso della serata, dopo aver discusso di ormoni, suonarono insieme il pianoforte mentre Antheil, un po’ per scherzo, continuava a cambiare tonalità costringendo Hedy a fare altrettanto. Questo gioco la riportò indietro di alcuni anni, e stimolò in lei un’idea che avrebbe potuto aiutare a evitare che i siluri a controllo radio venissero intercettati da un nemico.
Negli anni Trenta del Novecento, infatti, quando Hedy Lamarr era ancora semplicemente Hedwig, splendida attrice diciannovenne che aveva dato scandalo comparendo con una scena di nudo nel film Ekstase, si era sposata con il suo primo marito (dei sei che avrebbe avuto nel corso della vita): il ricchissimo austriaco Fritz Mendl. Pur essendo ebreo, Mendl commerciava armi con i nazisti e con i fascisti, che spesso invitava a cena nel suo castello per sfoggiare la giovane e bellissima moglie.
A quell’epoca, i tedeschi stavano sviluppando una propria aviazione militare; avevano contingenti in Spagna, che combatterono durante la Guerra Civile, e in particolare stavano conducendo esperimenti su come bombardare in modo efficiente le navi spagnole. In generale, infatti, è difficile colpire una nave con una bomba rilasciata in caduta libera da un aereo perché la nave è un oggetto molto stretto (e, dal momento che deve essere lanciata praticamente lungo la verticale, la bomba può esplodere troppo presto e compromettere la sicurezza del velivolo). Il problema può essere risolto se le bombe, anziché venir semplicemente lasciate cadere, riescono a planare fin sul bersaglio. Per fare in modo che queste bombe fossero in grado di muoversi più rapidamente degli aerei stessi, furono sviluppate diverse nuove tecnologie, come il controllo via radio, che vennero applicate anche ai siluri lanciati dai sottomarini.
Grazie a queste cene a cui aveva preso parte, Hedy Lamarr sapeva che i siluri, come quelli venduti da Mendl ai nazisti, erano vulnerabili rispetto alle interferenze: un intercettatore indesiderato, infatti, avrebbe potuto frapporsi tra l’operatore e il dispositivo e bloccare il segnale radio, impedendo all’operatore di agire sul siluro. Nel 1941, il problema dei siluri le stava particolarmente a cuore da quando, poco tempo prima, aveva letto con orrore che una nave che trasportava bambini inglesi verso il Canada per metterli in salvo dai bombardamenti aerei tedeschi era stata affondata proprio da un siluro nazista. Hedy non aveva nessun tipo di formazione tecnica alle spalle, avendo lasciato la scuola a 16 anni per inseguire il sogno di diventare attrice; da bambina, tuttavia, figlia unica di un colto banchiere viennese, accompagnava il padre in lunghe passeggiate per la città durante le quali lui le spiegava il funzionamento di tutte le meraviglie della tecnica che li circondavano, dalle automobili alla generazione dell’elettricità. Probabilmente questa sorta di imprinting, unito a una spiccata intelligenza, la aiutarono a mettere a frutto le serate trascorse in compagnia degli ospiti del primo marito.
L’idea di Hedy consisteva nel cambiare continuamente e rapidamente le frequenze di trasmissione (frequency hopping), proprio come, la sera in cui si erano conosciuti, George Antheil aveva cambiato tonalità suonando il pianoforte; in questo modo, sarebbe stato possibile confondere le idee a un possibile intercettatore che, a quel punto, non avrebbe più “visto” un segnale vero e proprio, ma soltanto un impulso rumoroso. Per garantire la continuità di comunicazione fra operatore e dispositivo, la coppia si mise al lavoro ispirandosi ancora una volta al mondo della musica, e in particolare ai rotoli di carta perforata utilizzati per far funzionare le pianole meccaniche. Nella sua opera Ballet Mécanique, recentemente messa in scena, Antheil aveva previsto sedici pianole sincronizzate tra loro proprio grazie a queste schede perforate, che garantivano che tutti gli strumenti riuscissero a cambiare tonalità esattamente nello stesso momento. Per inciso, la pièce era resa ancora più particolare dalla presenza di “strumenti” come martelli ed eliche di aeroplani; si capisce dunque come anche Antheil, pur senza avere un background di tipo tecnico, fosse comunque predisposto ad affrontare un certo tipo di problematiche.
Lamarr e Antheil decisero pertanto di utilizzare 88 frequenze diverse, come gli 88 tasti di un pianoforte, in omaggio alla serata in cui si erano conosciuti, e si misero alla ricerca di un meccanismo analogo alle schede perforate che potesse essere inserito in un siluro per guidarlo dritto fino al bersaglio.
Riuscirono a ottenere un brevetto nel 1942 grazie all’intervento del National Inventor Council, un’istituzione creata dal governo americano proprio per consentire ai cittadini di proporre idee brevettabili (utili allo sforzo bellico) e di dettagliarne gli aspetti più tecnici con l’aiuto di consulenti tecnici e accademici. La Marina americana, tuttavia, non utilizzò l’invenzione, adottando come scusa il fatto che all’epoca non esistevano ancora i mezzi tecnici per inserire all’interno di un siluro un analogo delle schede perforate (nonostante questo non fosse del tutto vero); l’idea fu tuttavia archiviata come segreto militare finché non venne riscoperta negli anni ’50 e utilizzata per cifrare le comunicazioni navali. All’epoca, infatti, era già iniziato il processo di miniaturizzazione della tecnologia, e questo consentì ad esempio di utilizzare il frequency hopping per tutte le comunicazioni tra le navi impegnate nel blocco di Cuba nel 1962.
Fino ad allora rimasta confinata alla segretezza militare, la tecnologia inventata da Hedy Lamarr e George Antheil divenne poi di pubblico dominio sul finire degli anni Settanta e fu subito adottata dai produttori di telefoni per automobili che, proprio in quell’epoca, si stavano diffondendo in tutti gli Stati Uniti. Nonostante la banda di frequenze utilizzata per questi telefoni fosse relativamente piccola, grazie al frequency hopping l’alta velocità di cambiamento delle frequenze, unita al grande numero di combinazioni possibili, riuscì a minimizzare le interferenze fra tanti apparecchi in funzione nello stesso momento (tecnologia ad ampio spettro).
Al giorno d’oggi, quando i telefoni nelle automobili sono ormai soltanto più un ricordo (o, per i più giovani, addirittura una curiosità dal sapore archeologico), l’idea di Hedy continua a riverberare: nata con esigenze di segretezza, si è ormai infiltrata in quasi ogni aspetto delle nostre vite per mezzo dei cellulari e in particolare della tecnologia Bluetooth, che si basa proprio sul frequency hopping.
La prossima volta che useremo un auricolare senza fili, pertanto, ricordiamoci di rivolgere il pensiero a questa donna che, dopo essere stata definita in gioventù “la più bella del mondo”, alcuni anni dopo la sua morte ha primeggiato in una classifica della prestigiosa rivista Forbes che, probabilmente, l’avrebbe gratificata ancora di più: la geek più affascinante di tutti i tempi.